“Morire è come esser messi al bando di se medesimi. Silvia è un altro me: bandirmi da lei è esiliar me da me stesso: mortale esilio! Qual luce è luce, se non per veder Silvia? Qual gioia è gioia, se Silvia non mi è vicina? O se non altro poter pensare che mi è vicina, e godere almeno il riflesso della perfezione? Se una notte Silvia non mi è vicina, non ha armonia il canto del rosignolo; se un giorno non contemplo Silvia, quel giorno non esiste per me. Ella è l’essenza stessa di me ed io non sono, se quel suo dolce influsso non mi riscalda, non m’illumina, non mi carezza, non mi alimenta. Col sottrarmi alla condanna mortale non eviterei di morire: se mi attardo qui non vado incontro che alla morte, ma se fuggo di qui fuggo lontano dalla vita.”
William Shakespeare
“Per quel giorno, se mai verrà quel giorno,
in cui ti vedrò accigliare ad ogni mio difetto,
e chiuderà il tuo amore il suo conto estremo
spinto a tal giudizio da sagge riflessioni:
per quel giorno in cui m’incontrerai da estraneo
senza volgere al mio viso il sole dei tuoi occhi,
e l’amor, mutato da quel era un tempo,
troverà ragioni di una certa gravità:
per quel giorno, dovrò cercare asilo
dentro la coscienza dei miei soli meriti,
e alzerò davanti a me questa mia mano
per parare quanto addurrai a tua ragione.
Per lasciar me miserabile tu hai la forza delle leggi
mentre io d’esser amato non posso vantar diritti.”
William Shakespeare
“Come posso ritrovare la mia pace
se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l’affanno del giorno non riposa nella notte
ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?
Ed entrambi, anche se l’un l’altro ostili,
d’accordo si dan mano solo per torturarmi
l’uno con la fatica, l’altra con l’angoscia
di esser da te lontano, sempre più lontano.
Per cattivarmi il giorno gli dico che sei luce
e lo abbellisci se nubi oscurano il suo cielo:
così pur blandisco la cupa notte dicendo
che tu inargenti la sera se non brillano stelle.
Ma il giorno ogni giorno prolunga le mie pene
e la notte ogni notte fa il mio dolor più greve.”
William Shakespeare
Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio. Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me, la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato perchè il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perchè il mio, il più bello, il più vero sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli e cielo dei cieli di un albero chiamato vita,
che cresce più alto di quanto l’anima spera, e la mente nasconde.
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio.
(E. E. Cummings)
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
(Hermann Hesse)
Per un istante d’estasi
Noi paghiamo in angoscia
Una misura esatta e trepidante,
Proporzionata all’estasi.
Per un’ora diletta
Compensi amari d’anni,
Centesimi strappati con dolore,
Scrigni pieni di lacrime.
C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sè genio, potere, magia. Incomincia adesso.
(W. Goethe)
Ci sono silenzi che
costruiscono enormi castelli,
nelle nostre anime scosse;
e noi ci richiudiamo in essi
raccogliendo emozioni…
Quelli come me
san fare un po’ di tutto, un po’ niente
molti li apprezzano, pochi li amano…
Quelli come
me urlando in silenzio
perche’ la loro voce
non si confonda con le lacrime…
Quelli come me
parlano senza parlare,
che ti guardano e ti lasciano la foto dentro il cuore
non lo so dire il perche’,
ma restano soli…
Quelli come me
raccolgono i cocci
di un vaso rotto e con pazienza
lo aggiustano pur rischiando di ferirsi…
“Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
Ti voglio bene perchè sei tanto triste…”